OSTEOPATIA E ORTODONZIA
L’osteopatia è importante per il paziente in cura ortodontica poiché può facilitare l’adattamento del corpo ai cambiamenti instauratisi con l’applicazione di apparecchi fissi o mobili, evitando l’insorgenza di sintomi dolorosi e aiutando inoltre l’ortodontista nell’accelerare il processo di cura del paziente.
L’osteopatia, entro certi limiti, può aiutare a ridurre le conseguenze di una cattiva occlusione, anche quando non vi è un intervento ortodontico.
Tuttavia fino a quando è presente una reale malocclusione, il trattamento unicamente osteopatico può essere solo sintomatico ed i problemi muscolari ed articolari possono sempre riemergere.
Quindi una stretta collaborazione tra odontoiatra e osteopata è fortemente consigliata soprattutto per le problematiche cervicali e muscolo tensive di origine stomatognatica.
Se noi tutti sappiamo quanto sia importante l’allineamento dei denti, è altrettanto vero che le sollecitazioni meccaniche create dall’apparecchio ortodontico possono provocare delle rigidità a livello delle strutture craniche.
Il compito dell’osteopata è dunque quello di affiancare l’ortodontista verificando i cambiamenti posturali del soggetto e tenendo sotto controllo ed eventualmente risolvendo l’insorgenza di fissità e rigidità craniche.
L’intervento precoce sul bambino è sicuramente consigliato in quanto avendo un sistema corporeo più malleabile, è decisamente più adatto e risponde più facilmente alle modificazioni indotte dal trattamento osteopatico.
Protocolli efficaci permetteranno una collaborazione vincente tra odontoiatra e osteopata aiutando il paziente a sopportare meglio l’apparecchio ortodontico, accorciando la durata del trattamento stesso.
La collaborazione tra Osteopata e Ortodontista diventa fondamentale anche in presenza di parafunzioni ( Serramento e Bruxismo), per la valutazione e la consegna del corretto dispositivo ( Bite, placca etc..) che il paziente dovrà utilizzare.
ATM E POSTURA
L’articolazione temporo-mandibolare (ATM) da tempo è al centro di discussioni sul suo coinvolgimento nelle modificazioni posturali e questa conoscenza empirica sta diventando sempre più scientifica.
Rapporti tra occlusione e postura
L’articolazione temporo-mandibolare è un’articolazione doppia che si stabilisce tra i due condili della mandibola e le fosse mandibolari e tra i quali è interposto un disco articolare denso fibrocartilagineo. Quest’ultimo è molto importante in quanto permette complessi movimenti offrendo all’articolazione una forza e una mobilità incredibile. Basti pensare che l’ATM viene utilizzata tra le 1500 e 2000 volte al giorno ed è dunque l’articolazione più usata nel corpo umano.
È impiegata durante la masticazione, deglutizione, fonazione, respirazione e per questo motivo le sue ossa, i suoi muscoli e le sue cartilagini si possono deteriorare con il tempo comportando disturbi a carico dell’articolazione stessa. Una disfunzione dell’ATM può provocare adattamenti di alcune parti del corpo, soprattutto a livello del rachide cervicale e dorsale alto, modificando la struttura sotto stress e provocando al paziente dolore e sconforto.
La disfunzione dell’ATM è in pratica uno stato di disarmonia delle componenti stomatognatiche ad eziologia multifattoriale in cui ritroviamo fattori predisponenti (stati carenziali e traumi), fattori determinanti (perdita della dimensione verticale, disarmonia scheletrica e funzionale e torsioni mandibolari creati ad esempio da cross bite), fattori scatenanti (esempio una labilità psicologica) e fattori condizionanti (tempo e intensità della noxa, soglia individuale).
Il paziente affetto da disordine temporo-mandibolare può riferire i seguenti segni e sintomi: dolorabilità articolare e muscolare, click mandibolari, restrizione o limitazione di movimento mandibolare e difficoltà ad aprire la bocca. Questi sono gli indici clinici principali ma possono essere associati con altre condizioni che coinvolgono la regione della testa e del collo come emicrania, dolore cervicale o dorsale alto, fibromialgia, acufeni, vertigini, ipoacusia e otiti.
La sintomatologia delle disfunzioni dell’ATM è però percentualmente più spesso caratterizzata da alterazioni muscolari (contratture); meno frequentemente vi è un’alterazione articolare spesso secondaria a problematiche neuromuscolari.